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cialmente dopo che il mago le si era presentato per la prima volta, e ch’ella venne a sapere dalle sue donne averlo queste riconosciuto per lo stesso che aveva preso la vecchia lucerna in cambio della nuova; talchè eragli, per quella furberia insigne, venuto in orrore. Ma l’occasione di vendicarsene, come colui si meritava, e più presto che non avesse osato di sperare, fece sì che risolse di contentare Aladino. Laonde, appena fu partito, si pose alla toletta, si fece dalle donne acconciare nel modo più favorevole, ed indossò un abito sfarzoso ed il più opportuno. La cintura onde si cinse, non era che oro e diamanti, incastonati, i più grossi e meglio assortiti che si vedessero; accompagnò la cintura con una collana di perle, onde le sei da ciascun lato stavano in tale proporzione con quella di mezzo, ch’era la più grossa e preziosa, che le maggiori sultane e le regine più possenti si sarebbero stimate felici d’averne una completo della grossezza delle due più piccole di essa. I braccialetti, intrecciati di diamanti e rubini, corrispondevano egregiamente alla ricchezza del cinto e della collana.
«Allorchè la principessa Badrulbudur fu intieramente abbigliata, consultò lo specchio, sentì il parere delle donne sopra ogni parte del suo adornamento, e veduto non mancargli niuno de’ vezzi che poteano lusingare la folle passione del mago, sedè sul sofà attendendo che arrivasse.
«Il negromante non mancò di venire all’ora consueta. Appena la principessa lo vide entrare nella sala dalle ventiquattro finestre, nella quale stava attendendolo, si alzò in tutto il suo apparato di bellezza e di attrattive, e gli accennò colla mano il luogo onorevole ove desiderava ch’ei si mettesse, per sedere nello stesso tempo di lui: gentilezza distinta che non gli aveva peranco usata.