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grande e meglio fornita, chiese al mercante una certa polvere che gli nominò.

«Il mercante, immaginandosi che Aladino, a giudicarne dall’abito, fosse povero, e non avesse denaro bastante per pagarla, rispose di averne, ma che costava cara. Il nostro avventuriere, penetrando nel pensiero del mercante, cavò di tasca la borsa, e facendogli veder l’oro, domandò mezza dramma di quella polvere. Il mercante la pesò, l’involse, e presentandola ad Aladino, ne chiese una pezza d’oro, che questi gli pose in mano; e non trattenutosi nella città se non il tempo necessario per prendere un po’ di cibo, tornò al suo palazzo. Non aspettò molto alla porta segreta, la quale gli fu subito aperta, e salito alle stanze della consorte: — Principessa,» le disse, «l’avversione che avete pel vostro rapitore, come mi dichiaraste, farà forse che stenterete molto a seguire il consiglio cui sono per darvi. Ma permettete di dirvi esser bene che dissimuliate, ed anzi vi facciate violenza, se volete liberarvi dalla sua persecuzione, e dare al sultano vostro padre e mio signore la soddisfazione di rivedervi. Se volete seguire il mio consiglio,» continuò Aladino, «cominciate da questo momento ad ornarvi d’uno de’ vostri più begli abiti, e quando verrà il mago affricano, non fate difficoltà a riceverlo con tutta la miglior accoglienza, senza affettazione e senza sforzo, con viso sereno, in modo nondimeno che se vi resta qualche ombra di afflizione, possa egli percepire che col tempo anche questa si dissiperà. Nel conversare, dategli a comprendere che fate tutti gli sforzi per pormi in dimenticanza; ed affinchè si persuada meglio della vostra sincerità, invitatelo a cena con voi, e ditegli che vi sarebbe gratissimo di gustare del miglior vino del suo paese. Ei non mancherà di lasciarvi per andar a prenderne. Allora, attendendo che torni, quando sarà ap-