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tamente più di voi, son certo ch’essa modererà quei trasporti di gioventù che sono capaci di rovinarvi. —

«Non avrebbe Noreddin osato sperare di essere trattato con tanta indulgenza. Ringraziò il padre con tutta la riconoscenza immaginabile, e gli fece di buonissimo cuore il giuramento che desiderava. Furono entrambi contentissimi, la Bella Persiana e lui, ed il visir rimase soddisfatto della loro buona unione.

«Il visir Khacan non aspettò che il re gli parlasse dell’incarico datogli; prendevasi gran cura di discorrerne spesso con lui, e manifestargli le difficoltà che egli trovava ad adempirlo a soddisfazione di sua maestà; seppe in fine trattar la faccenda con tanta destrezza, che insensibilmente ei non vi pensò più. Sauy nondimeno aveva traspirato qualche cosa dell’accaduto; ma Khacan era sì innanzi nel favore del re, che non arrischiò di parlarne.

«Era già più d’un anno che quella dilicata avventura riusciva più felicemente, che quel ministro non avesselo dapprima creduto, allorchè, andato al bagno, un affare urgente lo costrinse ad uscirne tutto riscaldato; l’aria, che era un po’ fredda, lo colpì, e gli produsse una flussione di petto che l’obbligò a mettersi a letto con una febbre ardente. Crebbe il male, talchè avvistosi di non essere lontano dall’ultimo momento della sua vita, tenne a Noreddin, che non lo abbandonava mai, questo discorso: — Figliuolo,» gli disse, «ignoro se io abbia fatto il buon uso che doveva delle grandi ricchezze concessemi da Dio; voi vedete che esse a nulla mi servono per iscampar dalla morte. La sola cosa che, morendo, vi domando, si è, che vi ricordiate della promessa fatta riguardo alla Bella Persiana. Muoio contento nella fiducia che non la dimenticherete. —

«Tali furono le ultime parole proferite dal visir Khacan, il quale spirò pochi momenti dopo, lasciando