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e ballarono con tal garbo, che fecero maravigliare tutta la brigata. Terminando, il giovane, non lasciò la mano della principessa, ma passarono insieme nell’appartamento nel quale stava preparato il talamo nuziale. Le donne della principessa si misero a spogliarla, e la posero a letto; altrettanto eseguirono gli offiziali di Aladino, e ciascuno quindi si ritirò. Così finirono le cerimonie ed allegrezze degli sponsali di Aladino colla principessa Badrulbudur.

«La mattina seguente, quando lo sposo fu svegliato, i suoi camerieri si presentarono per vestirlo, e gli fecero indossare un abito diverso da quello del giorno delle nozze, ma altrettanto ricco e magnifico. Fattosi poi condurre uno de’ destrieri a lui destinati, vi salì, e recossi al palazzo del sultano in mezzo a numerosa schiera di schiavi, che gli camminavano davanti, ai lati ed in coda. Il sultano lo ricevette coi medesimi onori della prima volta, l’abbracciò, e fattoselo sedere vicino sul trono, comandò che si recasse da colazione. — Sire,» disse Aladino, «supplico vostra maestà a dispensarmi oggi da tale onore: vengo invece a pregarla di farmi quello di venire a pranzo nel palazzo della principessa, col suo gran visir ed i signori della sua corte. «Il sultano gli accordò con piacere la grazia, ed alzatosi nel medesimo istante, siccome la via non era lunga, volle recarvisi a piedi. Uscì dunque con Aladino alla destra, il gran visir alla sinistra ed i signori in seguito, preceduto dagli sciaù e dai principali ufficiali della casa.

«Più il sultano avvicinavasi al palazzo di Aladino, e vie maggiormente rimaneva colpito della sua bellezza; ma fu ben altra cosa quando v’ebbe posto il piede, non cessando dalle esclamazioni ad ogni luogo che vedeva. Ma allorchè furono giunti al salone dalle ventiquattro finestre, a cui Aladino avealo invitato ad ascendere, quando n’ebbe veduti gli ornamenti, e so-