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abito, avevalo colpito in guisa che non poteva rinvenire dalla sorpresa. Invece di rispondere alla vecchia, rivoltosi al gran visir, il quale neppur egli giungeva a comprendere d’onde provenir potesse tanta profusione di dovizie: — Ebbene, visir,» gli disse ad alta voce, «che cosa pensate di colui, chiunque esser possa, il quale mi manda un regalo sì prezioso e straordinario, e che nè io, nè voi conosciamo? Lo credete voi indegno di sposare la principessa Badrulbudur mia figliuola? —

«Per quanta gelosia e dolore provasse il gran visir al vedere che uno sconosciuto stava per divenir genero del sultano, preferibilmente al proprio figliuolo, non osò tuttavia dissimulare il suo pensiero, essendo troppo visibile che il presente di Aladino era più che sufficiente per meritare di venir ricevuto nell’alta parentela; rispose dunque al sultano, entrando ne’ di lui sentimenti: — Sire, ben lungi dal coltivare l’idea che quegli, il quale fa alla maestà vostra un regalo sì degno di lei, sia immeritevole dell’onore che gli vuol fare, oserei forse dire che meriterebbe di più, se non fossi persuaso non esistere al mondo tesoro sì ricco da esser posto in bilancia colla principessa figliuola di vostra maestà.» I signori della corte, i quali erano della seduta del consiglio, manifestarono co’ loro applausi che la loro opinione non era diversa da quella del gran visir.

«Il sultano allora non differì più oltre, nè pensò nemmeno ad informarsi se Aladino possedesse le altre qualità convenienti all’uomo che aspirar poteva a divenirgli genero. La sola vista di quell’immense ricchezze, e la sollecitudine colla quale questi aveva soddisfatto alla sua domanda, senza aver opposta la menoma difficoltà su condizioni esorbitanti come quelle impostegli, lo persuasero agevolmente che non gli mancasse nulla di quanto poteva renderlo compito e tale