Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
97 |
nativo d’Aladino, e che ne facevano parte anch’essi, nulla parve più bello, nè tanto risplendente in tutta la casa del sultano; e tutto lo sfarzo de’ signori della corte che lo circondavano, era nullo in paragone di ciò che offerivasegli allora alla vista.
«Avvertito il sultano della marcia e dell’arrivo di quegli schiavi, aveva comandato di farli entrare, talchè, appena presentaronsi, trovato libero l’ingresso del divano, vi entrarono in bell’ordine, dividendosi a destra ed a manca; quando tutti furono entrati, e ch’ebbero formato un largo semicerchio davanti al trono, gli schiavi negri deposero sul tappeto il bacile che ciascuno portava. Prosternaronsi poi tutti assieme, battendo al suolo la fronte, mentre la stessa cosa facevano, e nel medesimo tempo, anche gli schiavi bianchi; rialzatisi poi tutti, i negri, nell’eseguire tal movimento, destramente scoprirono i bacili che tenevano davanti, e rimasero in piedi, colle mani incrociate al petto, in posizione modesta.
«La madre di Aladino, la quale intanto erasi inoltrata sino appiè del trono, dopo essersi prosternata, disse al sultano: — Sire, Aladino, mio figliuolo, non ignora come questo dono, ch’egli vi manda, sia molto inferiore ai meriti della principessa Badrulbudur; tuttavia egli spera che vostra maestà si degnerà accettarlo, e vorrà pur farlo aggradire alla principessa, con tanta maggior fiducia, in quanto ch’egli ha procurato di conformarsi alla condizione che le piacque d’imporgli. —
«Il sultano non trovavasi in grado di far attenzione al complimento della madre di Aladino, poichè il primo sguardo volto sui quaranta bacili d’oro colmi delle gioie più brillanti, più risplendenti e preziose che si fossero mai vedute al mondo, e sugli ottanta schiavi che pareano tanti re, tanto pel bell’aspetto, quanto per la ricchezza e la magnificenza sorprendente del loro