Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
90 |
NOTTE CCCXXVI
— Sire,» ripigliò Scheherazade, «quel repentino ed inaspettato cangiamento diede occasione a molte diverse congetture; domandavansi l’un l’altro d’onde venir potesse quel contrattempo, ed altro non se ne diceva se non che erasi veduto il gran visir uscire dal palazzo e ritirarsi a casa accompagnato dal figlio, entrambi assai mesti. Non eravi che il solo Aladino, il quale ne conoscesse il segreto, e godesse in sè medesimo della felice riuscita procuratagli dall’uso della lucerna. Laonde, com’ebbe saputo con certezza che il suo rivale aveva abbandonato il palazzo, e sciolto era assolutamente il di lui matrimonio colla principessa, non ebbe più mestieri di strofinare la lampada e chiamar il genio per impedire che non avvenisse. Ciò che v’ha di singolare si è, che nè il sultano, nè il gran visir, i quali avevano dimenticato Aladino e la domanda da esso fatta fare, non ebbero il minimo pensiero ch’ei potesse aver parte all’incantesimo che cagionato aveva lo scioglimento delle nozze della principessa.
«Aladino intanto lasciò trascorrere i tre mesi prefissi dal sultano pel matrimonio fra la principessa Badrulbudur e lui; ne contò tutti i giorni con gran cura, e spirati che furono, il dì dopo non mancò di mandare la madre al palazzo, per rammentare al sultano la sua parola.
«Andò la vecchia al palazzo come detto avevale il figliuolo, e si presentò all’ingresso del divano, nel medesimo luogo di prima; il sultano non ebbe appena volti gli occhi sopra di lei, che, riconosciutala,