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le domandò cosa tenesse avvolto nel pannolino; quella subito, preso il piatto di porcellana, da lei deposto ai piedi del trono prima di prostrarsi, lo scoprì e presentollo al soldano.»


NOTTE CCCXXIII


— Niuno potrebbe esprimere la sorpresa e lo stupore del sultano quando vide in quel vaso raccolte tante gioie sì preziose, perfette, sfolgoreggianti e di tal grossezza che non avevano mai vedute di simili: rimase qualche tempo in tanta ammirazione, che n’era immobile. Tornato finalmente in sè, ricevette dalle mani della madre di Aladino il presente, sclamando con trasporto di gioia: - Ah, com’è bello, quanto è ricco!» Dopo aver ammirate e toccate quasi tutte le gioie ad una ad una, apprezzandole ognuna pel lato che le distingueva, si volse al gran visir, e mostratogli il piatto: — Guarda,» gli disse, «e convieni che nulla si può vedere al mondo di più ricco e perfetto.» Il visir ne rimase abbagliato. — Or bene,» proseguì il sultano, «che dici tu d’un tal presente? Non è desso degno della principessa mia figliuola, e non posso darla a simil prezzo alla persona che me la fa domandare? —

«Queste parole misero in grande agitazione il gran visir. Essendo qualche tempo che il sultano gli aveva fatto intendere aver l’intenzione di concedere la principessa sua figliuola in matrimonio ad un di lui figlio, temette, non senza fondamento, che il monarca, abbagliato da un dono sì ricco e straordinario, non cambiasse pensiero. Gli si avvicinò quindi,