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vano nel consiglio a destra ed a sinistra. Si chiamarono le parti le une dopo le altre, secondo l’ordine delle istanze presentate, e gli affari loro vennero riferiti, discussi e giudicati sino all’ora solita della chiusura della seduta. Allora il sultano si alzò, e congedata l’assemblea, rientrò nel suo appartamento, seguito dal visir, ritirandosi tutti gli altri visiri ed i ministri del consiglio. La stessa cosa fecero le persone che vi si trovavano per affari particolari, alcune contente d’aver vinta la lite, altre mal soddisfatte del giudizio contro di loro pronunciato, ed altre, finalmente, nella speranza di essere giudicate in un’altra seduta.»
NOTTE CCCXXII
Scheherazade, continuando a narrare al sultano delle Indie la storia d’Aladino:
— Sire,» disse, «la madre di Aladino, quand’ebbe veduto il sultano alzarsi e ritirarsi, ben giudicò, vedendo che tutti se ne andavano, ch’ei più non comparirebbe in quel giorno, laonde prese il partito di tornarsene a casa. Il giovane, scorgendola rientrare col presente destinato al sultano, non seppe sulle prime cosa pensare dell’esito della sua missione, e nel timore che non avesse qualche cosa di sinistro ad annunziargli, non avea forza di aprir bocca per domandarlo qual nuova gli recasse. La buona madre, che non aveva mai posto piede nel palazzo del sultano, nè possedeva la minima cognizione di ciò che di solito vi si praticava, tolse il giovane dall’imbarazzo, dicendogli con somma ingenuità: — Figlio mio, ho veduto il sultano, e son persuasa che anch’egli mi ab-