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giuocare, ed erasene caricato in quest’unica mira, e senz’altro cognizione.
«Ammirato ch’ebbero qualche tempo la bellezza del presente, Aladino tornò a dire: — Madre, voi non vi rifiuterete più dall’andare a presentarvi al sultano sotto il pretesto di non aver il regalo; eccone uno il quale farà, se non m’inganno, che siate ricevuta con un’accoglienza delle più favorevoli. —
«Benchè la madre di Aladino, ad onta della bellezza e dello splendore del dono, non lo credesse dell’alto prezzo, come stimavalo il figliuolo, giudicò nonostante che poteva riuscir gradito, e sentiva di non aver nulla a replicargli su tal proposito; ma tornava sempre alla domanda cui Aladino voleva che, col favore del presente, ella facesse al sultano, cosa che l’inquietava infinitamente. — Figlio,» gli diceva, «non ho difficoltà a capire che il dono farà il suo effetto, e che il sultano si degnerà guardarmi di buon occhio; ma quando sarà d’uopo ch’io mi disimpegni della domanda cui volete che gli faccia, sento bene che non ne avrò la forza, e rimarrò muta. Così, non solo avrò perduto i miei passi, ma il donativo ancora, il quale, secondo voi, è di sì straordinaria ricchezza, e men tornerei confusa ad annunziarvi che siete frustrato nella vostra speranza. Ve l’ho già detto, e dovete credere che così accadrà. Ma,» soggiunse, «ammettiamo anche mi facessi violenza per sottomettermi al vostro volere, ed avessi forza bastante per osare di far la domanda cui volete costringermi; ne succederà certamente o che il sultano si burlerà di me e mi rimanderà come una pazza, o ch’egli monterà in una giusta collera, della quale immancabilmente saremo entrambi le vittime. —
«Più altre ragioni disse ancora la madre di Aladini al figliuolo per tentare di smoverlo dal suo proposito; ma le attrattive della principessa Badrulbudur