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dendo la moglie e le schiave tutte in lagrime, e tristissima la Bella Persiana. Ne chiese la cagione, ed invece di rispondere, la moglie e le schiave aumentarono le grida ed i pianti. Tal silenzio lo sorprese viemaggiormente, e voltosi alla moglie: — Voglio assolutamente,» le disse, «mi sia spiegato perchè piangete tanto, e mi diciate la verità. —
«Non potè la desolata donna dispensarsi dal soddisfare il marito. — Promettetemi dunque, o signore,» gli rispose, «che non ve la piglierete con me per quanto sono a dirvi: vi assicuro prima che non ci ho nessuna colpa.» E senza aspettarne la risposta: — Mentr’io era colle mie donne al bagno,» proseguì, «è venuto vostro figlio, ed approfittò di questo sciagurato momento per dar ad intendere alla Bella Persiana che voi non volevate darla al re, facendone invece un dono a lui; non vi dirò cosa fece dopo una tanto insigne falsità, e lo lascio giudicare da voi medesimo. Ecco il motivo della mia afflizione per amor vostro e per l’amore di lui, pel quale non oso implorare la vostra clemenza. —
«È impossibile esprimere con parole il cordoglio del visir Khacan, quand’ebbe udito il racconto dell’insolenza di suo figliuolo Noreddin. — Ah!» sclamò egli, battendosi crudelmente il petto, mordendosi le mani e strappandosi la barba, «è dunque così, figlio sciaurato, figlio indegno di veder la luce del sole, che getti tuo padre nel precipizio, dal più alto grado della sua prosperità, e che lo perdi perdendo te stesso con lui? Il re non si contenterà del tuo sangue, nè del mio, per vendicarsi di tanto oltraggio che tocca la sua stessa persona. —
«La moglie tentò di consolarlo. — Non vi affliggete,» disse; «raduneremo facilmente diecimila pezze d’oro con una parte delle mie gioie; e ne comprerete un’altra schiava, che sarà più bella e degna del re.