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«Il giovane ringraziò moltissimo l’orefice del buon consiglio, del quale ritraeva già tal vantaggio. In seguito, più non si rivolse che a lui per vendere i suoi piatti, come anche il bacile, il cui giusto valore gli fu sempre pagato in proporzione del peso. Benchè Aladino e la madre avessero nella loro lucerna una fonte inesauribile di danaro, onde procurarsene fin che volessero appena fosse loro venuto a mancare, continuarono nondimeno a vivere sempre colla medesima frugalità di prima, tranne il poco che il giovane metteva in disparte per mantenersi onestamente, e provvedere ai comodi necessari alla piccola famiglia. La madre, da parte propria, non prendeva la spesa de’ suoi abiti se non dal ricavo del cotone che filava. Con una condotta sì sobria, è facile comprendere quanto tempo dovè durar loro il denaro de’ dodici piatti e del bacile, secondo il prezzo avutone dall’orefice. Vissero di tal modo più anni, col soccorso del buon uso che Aladino faceva di tempo in tempo della lampada.»
L’alba, la quale cominciava ad apparire, mise termine al racconto di Scheherazade; col permesso del sultano, e con alta soddisfazione della sorella, ella ne ripigliò il corso l’indomani e le notti seguenti.
NOTTE CCCXIX
— Sire, in questo intervallo Aladino, il quale non mancava di trovarsi con molta assiduità al convegno, delle persone distinte, nelle botteghe de’ più ragguardevoli mercanti di drappi d’oro e d’argento, di stoffe di seta, di tele finissime e di gioie, e fram-