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che un altro vi scendesse, andasse a prenderla e gliela consegnasse. Erasi adunque rivolto ad Aladino, parsogli un fanciullo di niun’importanza, e adatto a rendergli il servigio che se ne attendeva, ben risoluto, appena avesse nelle mani la lucerna, di far l’ultimo suffumigio già da noi detto, e pronunciando le due parole magiche che produr doveano l’effetto che vedemmo, sagrificare così il povero Aladino alla propria avarizia e malignità, per non aver testimonii. Lo schiaffo dato al giovinetto e l’autorità presa sopra di lui, altro scopo non avevano se non di avvezzarlo a temerlo ed obbedirgli esattamente, affinchè quando gli chiedesse la famosa lucerna magica, tosto gliela consegnasse; ma gli accadde tutto al contrario di quanto erasi proposto. In fine, non usò della sua malvagità con tanta precipitazione, onde perdere il povero Aladino, se non perchè temeva che contrastando con lui più a lungo, non giungesse qualcuno ad udirli, e così non si rendesse pubblico ciò che tanto premevagli di tenere a tutti nascosto.

«Quando lo stregone vide le sue grandi e belle speranze rovinate per sempre, non ebbe altro partito da scegliere che quello di tornare in Affrica, e ciò appunto fece nel medesimo giorno, prendendo la sua strada per le campagne onde non rientrare nella città, da cui era uscito con Aladino, nella tema di non venire osservato da parecchie persone, le quali potevano averlo veduto passeggiare con quel fanciullo, e tornarsene poi senza di lui.

«Secondo tutte le apparenze, non doveasi più sentir parlare di Aladino; ma neppur colui, il quale aveva creduto di perderlo per sempre, non aveva fatto attenzione di avergli posto in dito un anello che poteva servire a salvarlo. In fatti, fu appunto quell’anello l’origine della salvezza di Aladino, il quale non ne conosceva la virtù; ed è cosa sorprendente che la