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«Tolta che fu la pietra, si vide una buca profonda tre o quattro piedi, con una picciola porta ed alcuni gradini per discendere più abbasso. — Figlio,» disse allora il mago ad Aladino, «osservate esattamente quanto sono per dirvi. Discendete in questa buca; quando sarete giunto al basso dei gradini, troverete una porta aperta, la quale vi condurrà in un ampio sotterraneo a volta, diviso in tre grandi sale, una dopo l’altra. In ciascuna vedrete, a destra ed a sinistra, quattro vasi di bronzo grandi come tini, pieni d’oro e d’argento, ma guardatevi bene dal toccarli. Prima di entrare nella prima sala, alzatevi la veste, ed assicuratevela bene alla cintola. Entrato che sarete, passate nella seconda, e quindi nella terza, senza mai fermarvi. Sopra tutto, guardatevi dall’avvicinarvi alle pareti e toccarle nemmeno cogli abiti; se le toccaste, morreste sul momento; è per questo che vi dissi di tenervela stretta bene alla vita. In capo alla terza sala, c’è una porta che mette in un giardino pieno di begli alberi, tutti carichi di frutti; camminate dritto, ed attraversate il giardino per una strada che vi condurrà ad una scala di cinquanta gradini per salire sur una terrazza. Giunto sulla terrazza, vedrete a voi davanti una nicchia, e nella nicchia una lampada accesa; prendete quella lampada, spegnetela, e gettatone via il lucignolo e versato il liquido, mettetela in seno e portatemela. Non abbiate paura di macchiarvi l’abito: il liquido non è olio, e quando non ve ne sia più, la lampada sarà asciutta. Se vi facessero voglia i frutti del giardino, potete coglierne quanti volete; ciò non vi è vietato. —

«Ciò detto, il mago affricano si cavò un anello dal dito, e lo pose in quello d’Aladino, dicendogli essere un preservativo contro ciò che gli potesse accadere di male, indi gli raccomandò di osservar bene quanto avevagli prescritto. — Andate, figliuo-