Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/444


30


mostrò pertanto al mago affricano, da lui riguardato come zio, che la sua inclinazione era piuttosto per quel genere di commercio, e che sarebbegli stato grato per tutta la vita del bene che gli voleva fare. — Poichè tal professione vi aggrada,» ripigliò il negromante, «domani vi condurrò con me, e vi farò vestire pulitamente conforme alla condizione d’uno fra più ricchi mercanti di questa città; dopo domani poi penseremo ad aprirvi una bottega nel modo che intendo io. —

«La madre di Aladino, la quale fin allora non aveva creduto che il mago fosse realmente fratello del marito, più non ne dubitò dopo il bene che prometteva di fare al figliuolo. Lo ringraziò quindi delle sue buone intenzioni, ed esortato Aladino a rendersi degno di tutti i benefizi che lo zio gli faceva sperare, servì da cena. Il discorso si aggirò sul medesimo argomento per tutto il pasto, finchè il mago, vedendo avanzata la notte, congedatosi dalla madre e dal figlio, se ne andò.

«La mattina seguente, il mago affricano non mancò di tornare dalla vedova, siccome aveva promesso, e preso seco Aladino, lo condusse da un mercante, il quale vendeva abiti fatti, di tutte le sorta di belle stoffe, per le diverse età e condizioni. Se ne fece mostrare di acconci alla statura del giovanetto, e messi in disparte tutti quelli che viemaggiormente gli piacevano, rigettando gli altri che non erano della bellezza che intendeva, disse ad Aladino: — Nipote, scegliete fra tutti questi abiti quello che più v’aggrada.» Il giovanetto, lieto della liberalità del nuovo zio, ne scelse uno; il mago lo comprò, con tutto l’occorrente, e pagò ogni cosa senza mercanteggiare....»

L’alba venne qui ad impor silenzio alla sultana; il giorno seguente, Scheherazade, volgendo la parola a Schahriar ed alla sorella: