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comandò alla sua tesoriera, che l’accompagnava, di consegnare altre mille pezze d’oro a Nuzhatul-Auadat, per dimostrarle, dal proprio canto, il suo giubilo di trovarla ancora in vita.

«Per tal guisa, Abu Hassan e la sua consorte conservarono a lungo le buone grazie del califfo Aaron-al-Raschid e di Zobeide sua sposa, ed acquistarono dalle loro liberalità di che provedere in copia a tutti i propri bisogni pel resto della vita.»

La sultana Scheherazade terminò così la storia del Dormiente svegliato. — In verità,» disse il sultano delle Indie, «questa storia è delle più belle, e l’ho sentita con gran piacere. — Sire,» rispose la sultana, «ne so un’altra che non vi recherà minor diletto, e di cui comincerò domani il racconto, se vostra maestà me lo concede.»


NOTTE CCCX


Scheherazade, nel por termine alla storia di Abu Hassan, aveva promesso al consorte di narrargliene un’altra all’indomani, che non l’avrebbe meno divertito. La sorella Dinarzade non mancò dal rammentarle, prima dell’alba, di mantenere la sua parola, e che il sultano avevale dimostrato di essere pronto ad udirla. Tosto Scheherazade, senza farsi aspettare, cominciò la novella seguente in codesti sensi: