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della principessa, d’una pezza di broccato d’oro a fiori d’argento, a scelta d’entrambi.

«L’appartamento dal quale uscirono il califfo e Zobeide, benchè lontano, era nonostante rimpetto alla dimora dei morti vivi. Abu Hassan, che li vide venire, preceduti da Mesrur, e seguiti dalla nutrice e dalle donne di Zobeide, ne avvertì tosto la consorte, dicendole ch’era l’uomo il più ingannato del mondo se non istavano per essere onorati dalla loro visita. Guardò Nuzhatul-Auadat anch’essa per la gelosia, e veduta la medesima cosa, benchè il marito l’avesse in prevenzione avvertita che ciò poteva accadere, non potè far a meno dall’esserne sgradevolmente sorpresa. — Cosa faremo noi?» sclamò. «Siamo perduti!

«— Niente affatto, non temete,» rispose Abu Hassan con imperturbabile sangue freddo; «avete già dimenticato quello che dicemmo, in proposito? Facciamo soltanto i morti insieme come già la facemmo separatamente e come ne siamo convenuti, e vedrete che tutto andrà per la meglio. Dal passo col quale vengono, saremo accomodati prima che giungano alla porta. —

«In fatti, Abu Hassan e la moglie presero il partito di avvolgersi alla meglio nel lenzuolo, e in tale stato, postisi in mezzo alla stanza l’uno accanta all’altra, ciascuno coperto colla sua pezza di broccato, aspettarono cheti cheti la bella compagnia che li veniva a visitare.


NOTTE CCCIX


— Sire, l’illustre compagnia giunse finalmente. Aprì Mesrur la porta, ed il califfo e Zobeide entrarono nella camera, seguiti da tutti gli altri. Impossibile riesce dipingere la loro sorpresa alla vista dello spet-