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casione di sfogarsi liberamente colla nutrice piuttosto che colla principessa, alla quale non ardiva rispondere per timore di perderle il rispetto. — Vecchia sdentata,» diss’egli senza riguardo alla nutrice, «sei una bugiarda; non è vero nulla di quanto tu dici; ho veduto io co’ miei propri occhi Nuzhatul-Auadat distesa morta in mezzo alia stanza.

«— Sei un mentitore ed insigne bugiardo tu stesso,» rispose con cipiglio insultante la nutrice, «per osar di sostenere tal falsità, a me che esco adesso dalla casa di Abu Hassan, e l’ho veduto cadavere; a me che lasciai in questo medesimo istante sua moglie piena di vita!

«— Non sono un impostore,» ripigliò Mesrur; «sei tu che cerchi d’ingannarci.

«— Ma è una grande sfrontatezza,» replicò la nutrice, «d’osare di smentirmi così in presenza delle loro maestà, io che ho testè veduto co’ miei propri occhi la verità di quanto ho l’onore di asserire.

«— Balia,» tornò a soggiungere Mesrur, «faresti meglio a non parlare: tu vaneggi. —

«Non potè Zobeide tollerare quella mancanza di rispetto di Mesrur, il quale, senza verun riguardo, trattava così ingiuriosamente alla di lei presenza la nutrice; laonde, non lasciando tempo a questa di rispondere all’atroce ingiuria: — Commendatore de’ credenti,» disse al califfo, «vi domando giustizia contro quest’insolenza, che non vi concerne meno di me.» Nè potè dir altro, tanto era fuor di sè pel dispetto; il resto rimase soffocato dalle lagrime.

«Il califfo, il quale aveva udito tutto quell’alterco, si trovò in estremo imbarazzo; aveva un bel pensare, non sapeva cosa credere di tutte quelle contraddizioni. La principessa, da parte propria, come anche Mesrur, la nutrice e le schiave che trovavansi presenti, non sapevano cosa giudicare di quell’avventura,