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solse approfittarne. Diede alla Bella Persiana un appartamento particolare, vicino a quello di sua moglie, pregandola di accoglierla alla sua mensa e riguardarla come una dama che apparteneva al re. La pregò pure di farle fare diversi abiti più magnifici che fosse possibile, e che le stèssero meglio. E prima di lasciare la Bella Persiana: — La vostra fortuna,» le disse, «non può essere maggiore di quella che vi ho procurata. Giudicatene voi medesima; io v’ho comperata pel re, e son persuaso ch’egli sarà molto più soddisfatto di possedervi, ch’io non lo sia d’aver adempiuto all’incarico da lui commessomi. Però mi piace avvertirvi, ch’io ho un figliuolo; il quale non manca di spirito, ma giovane, scherzoso ed intraprendente, e di guardarvene bene quando sia per avvicinarsi a voi.» Lo ringraziò la Bella Persiana dell’avvertimento, ed assicuratolo che ne approfitterebbe, si ritirò.»

L’alba interruppe il racconto di Scheherazade, la quale lo continuò di tal guisa la notte seguente:


NOTTE CCXXXIX


— Sire, Noreddin, così chiamavasi il figliuolo del visir Khacan, entrava liberamente nelle stanze della madre, colla quale era solito mangiare. Era di bell’aspetto, giovane, piacevole ed ardito; e siccome possedeva moltissimo spirito, ed esprimevasi con somma facilità, aveva un dono particolare di persuadere tutto ciò che voleva. Vide egli la Bella Persiana; e fin dal primo loro incontro, benchè sapesse che il padre l’aveva comprata pel re, e questi glielo avesse dichiarato in persona, non si fece per-