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ed Abu Hassan vivo accanto alla defunta; e nonostante la sua testimonianza, che non si può ragionevolmente impugnare, non volete crederlo? È cosa che non so comprendere. —
«Zobeide, senza voler ascoltare le ragioni del califfo, ripigliò: — Commendatore de’ credenti, perdonatemi se vi tengo per sospetto: ben veggo che siete d’intelligenza con Mesrur per inquietarmi e spingere al colmo la mia pazienza; e siccome mi avvedo che il rapporto fattovi da Mesrur è cosa con voi concertata, vi prego di lasciarmi la libertà di mandar anche da parte mia qualche persona a casa di Abu Hassan per verificare se mi trovo in errore. —
«Il califfo acconsentì, e la principesca incaricò dell’importante commissione la sua nutrice. Era una donna d’età avanzata, rimasta sempre presso Zobeide fino dalla di lei infanzia, e che trovavasi presente coll’altre sue donne. — Ascolta, nutrice,» le diss’ella; «va da Abu Hassan, o piuttosto da Nuzhatul-Auadat, giacchè Abu Hassan è morto. Tu vedi già qual è la mia questione col Commendatore de’ credenti; non è dunque bisogno che ti dica di più: illuminami di tutto, e se mi porti una buona notizia, ci sarà un bel regalo per te. Va subito, e torna presto. —
«La nutrice partì con gran giubilo del califfo, lieto di vedere Zobeide in tal imbarazzo; ma Mesrur, estremamonte mortificato di vedere la principessa in tanta collera contro di lui, cercava i mezzi di calmarla, e di fare in modo che il califfo e Zobeide fossero egualmente contenti. Laonde fu lieto appena vide che Zobeide si decideva a mandare la nutrice da Abu Hassan; persuaso com’era che il rapporto che farebbe, non mancherebbe di trovarsi conforme al suo, e servirebbe a giustificarlo od a rimetterlo nelle di lei buone grazie.
«Abu Hassan intanto, sempre di sentinella alla