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doveva morire, e Dio non ha voluto lasciarmi godere più a lungo d’una felicità ch’io teneva dal favore di vostra maestà e di Zobeide, sua cara sposa. —
«Abu Hassan seppe infine sì destramente simulare il suo dolore con tutti i segni d’un verace cordoglio, che il califfo, il quale, d’altronde, non aveva mai udito che il favorito fosse andato in rotta colla moglie, prestò fede a quanto gli disse, e non dubitò della sincerità delle di lui parole. Era presente il tesoriere del palazzo, ed il califfo gli comandò di recarsi alla cassa, e dare al desolato sposo una borsa di cento pezze d’oro con una bella pezza di broccato: Abu Hassan gettossi a’ piedi del califfo per attestargli la propria riconoscenza e ringraziarlo dal donativo. — Segni il tesoriere,» gli disse il califfo; «la pezza di broccato è per servire di drappo mortuario alla tua defunta, ed il denaro per farle esequie degne di lei. Ben mi aspetto che le darai quest’ultimo attestato dell’amor tuo. —
«Abu Hassan non rispose a quelle parole cortesi del califfo se non con un profondo inchino nell’andarsene. Seguì poi il tesoriere, e quando furongli poste in mano la borsa e la pezza di broccato, tornò a casa contentissimo e soddisfatto in se stesso d’aversi presto facilmente trovato di che supplire all’angustia che cagionavagli tante inquietudini.
«Nuzhatul-Auadat, stanca d’essere rimastasi a lungo nella faticosa posizione, non aspettò che Abu Hassan le dicesse di lasciarla, ma non appena ebbe inteso aprire la porta, correndo a lui: — Ebbene,» gli disse, «è stato il califfo facile a lasciarsi illudere quanto Zobeide?
«— Guardate,» rispose l’altro celiando, e mostrandole la borsa e la pezza di broccato, «voi vedete ch’io non so men bene fare l’afflitto per la morte d’una donna che sta a maraviglia, che non voi la piagnolona per quella d’un marito pieno di vita. —