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mente convenisse a persone che abbiano grandi affari da amministrare, quanto di trovare, ritirandosi in privato, dopo aver trascorso tutto il giorno in sì penosa occupazione, una compagna la cui conversazione fosse egualmente utile, amena e divertente. Poichè alla fine, soggiungevano, e’ non è allontanarsi dai bruti l’avere una schiava soltanto per vederla, e soddisfare una passione che abbiamo con essa comune.
«Il re si pose dalla parte degli ultimi, e lo fece conoscere, comandando a Khacan di comprargli una schiava che fosse perfetta in beltà, possedesse tutte le belle qualità che si erano dette, e sopra ogni altra cosa, fosse molto dotta.
«Sauy, geloso dell’onore dal re impartito a Khacan, ed il quale era stato del parere contrario: — Sire,» si fece a dirgli, «sarà ben difficile trovare una schiava sì compita come vostra maestà la richiede. Se la si trova, cosa che stento a credere, ella l’avrà a buon patto, se non le costerà più di diecimila pezze d’oro. — Sauy,» rispose il principe, «probabilmente voi trovate che la somma sia troppo grossa: può esserlo per voi, ma non già per me.» E nello stesso tempo ordinò al gran tesoriere, che trovavasi presente, di mandare a Khacan le diecimila pezze d’oro.
«Quando questi fu di ritorno a casa, fece chiamare tutti i sensali, che ingerivansi della vendita di donne e fanciulle schiave, ed incaricolli, che appena avessero trovata una schiava quale egli lor la dipinse, venissero a dargliene avviso. I sensali, tanto per compiacere il visir Khacan, quanto pel loro interesse particolare, gli promisero di far il possibile onde scoprirne una, com’egli la desiderava. Non passava giorno che non gliene conducessero qualcheduna, ma egli vi trovava sempre difetti.
«Un giorno, di buon mattino, mentre Khacan stava per recarsi al palazzo del re, presentossi alla staffa