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«Non tardò la nuova della storia di Abu Hassan a spargersi in tutta la città di Bagdad, ed anzi, passando nelle province vicine, si propagò alle più lontane, colle circostanze tutte singolari e dilettevoli che l’avevano accompagnata.

«Il nuovo favore di Abu Hassan rendealo sommamente assiduo presso il califfo. Giocondo d’umore per indole, siccome sapeva far nascere la gioia, ovunque trovavasi, co’ suoi frizzi e colle sue arguzie, il califfo non poteva star senza di lui, e non recavasi ad alcun divertimento senza chiamarvelo, conducendolo anche talvolta da Zobeide sua sposa, alla quale aveva narrato la di lui storia, ond’era stata infinitamente divertita. Zobeide accoglievalo assai bene, ma notò che ogniqualvolta accompagnava in casa sua il califfo, teneva sempre fitti gli occhi in una sua schiava chiamata Nuzhatul-Auadat (1); laonde risolse di avvertirne il califfo. — Commendatore de’ credenti,» gli disse un giorno la principessa, «voi forse non osservate al par di me che tutte le volte Abu Hassan qui v’accompagna, non cessa di tener gli occhi sopra Nuzhatul-Auadat, nè manca mai di farla arrossire. Non dubiterete certo non sia questo un segno positivo ch’essa non l’odia. Laonde, se voi acconsentite, li mariteremo assieme.

«— Madama,» rispose il califfo, «mi fate ricordare d’una cosa che dovrei aver già fatta. So il guasto di Abu Hassan pel matrimonio dalla medesima sua bocca, e gli aveva sempre promesso di dargli una donna di cui avesse ogni motivo di trovarsi contento. Son lietissimo che me ne abbiate parlato, e non so come la cosa mi fosse sfuggita dalla memoria. Ma val meglio che Abu Hassan abbia seguito la propria inclinazione colla scelta ch’egli ha fatta da per

  1. Cioè Divertimenio che ricorda, o che fa rammemorare.