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«Khacan era buono, cortese, liberale, e dilettavasi di contentare quelli che avevano da fare con lui in quanto dipendeva dal suo potere, senza recar pregiudizio alla giustizia, cui era obbligato di rendere. Non esisteva uomo alla corte di Balsora, nè nella città, nè in tutto il regno, che non lo rispettasse, e non divulgasse le lodi che meritava.
«D’altro carattere era Sauy: sempre stizzoso, ributtava egualmente tutti, senza distinzione di ceto o di qualità. lnoltre, ben lontano dal farsi un merito per le grandi ricchezze che possedeva, era avaro al punto di negare a sè medesimo le cose più necessarie. Niuno poteva soffrirlo, e non erasi mai udito parlare di lui se non in male. E ciò che rendevalo più odioso, era la grande avversione che professava per Khacan, e che, interpretando in male tutto il bene fatto da quel degno ministro, non cessava di porlo in cattivo aspetto presso al re.
«Un giorno, dopo il consiglio, che il re di Balsora dilettavasi a conversare coi due suoi visiri e parecchi altri membri del consiglio, il discorso cadde sulle schiave che si comprano, e che fra di noi tengonsi all’incirca nel medesimo grado delle donne che si prendono in legittimo matrimonio. Pretendevano taluni che bastasse che una schiava comprata fosse bella e vezzosa, per consolarsi delle donne, cui si era costretti a prendere per parentela o per interesse di famiglia, le quali non hanno sempre tutte le attrattive, nè le altre perfezioni del corpo in retaggio. Gli altri sostenevano, e Khacan era di questo parere, che la bellezza e tutte le qualità del corpo non fossero le sole cose che ricercar si dovessero in una schiava, ma bisognava venissero accompagnate da molto spirito, da savìezza, modestia, piacevolezza, e, se ciò era possibile, da alcune belle cognizioni. La ragione che ne adducevano, era, a loro dire, che nulla maggior-