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portare a casa assopito ed addormentato, era ormai un mese. Prima di lasciarlo solo, comandò gli fosse messo lo stesso abito del quale era stato di suo ordine rivestito per fargli rappresentare il personaggio di califfo; e ciò eseguito in propria presenza, comandò a ciascuno di andar a dormire, ed ordinò al capo ed agli altri officiali della camera, alle musicanti, ed anche alle dame ch’eransi trovate nella sala quando il giovane vi tracannava l’ultimo bicchiere di vino che cagionato avevagli il sopore, di trovarsi senz’alcun fallo all’indomani, allo spuntar del giorno, nel momento del suo svegliarsi, ingiungendo a tutti di ben rappresentare la propria parte.
«Il califfo andò a dormire anch’egli, avendo fatto prima avvertire Mesrur di venirlo a svegliare prima che entrasse nello stesso gabinetto nel quale erasi già nascosto.
«Non mancò Mesrur di destare il califfo all’ora prescritta. Si fece questi vestire in fretta, ed uscito per recarsi nella sala in cui Abu Hassan dormiva ancora, vi trovò gli ufficiali degli eunuchi, quelli della camera, le dame e le suonatrici alla porta ad aspettarne l’arrivo. Spiegata quindi loro in poche parole la sua intenzione, andò a collocarsi nel gabinetto chiuso di gelosie; entrarono poi dietro di lui Mesrur, e tutti gli altri officiali, le dame e le suonatrici, disponendosi intorno al sofà, sul quale giaceva Abu Hassan, in modo da non impedire al califfo di vederlo, e notare tutte le di lui azioni.
«Così disposte le cose, quando la polvere del califfo ebbe fatto il suo effetto, Abu Hassan si destò senza aprir gli occhi, e rigettò un po’ di pituita che fu raccolta in un baciletto d’oro, come la prima volta. In quel momento i sette cori musicali frammischiarono le bellissime voci al suono degli oboè, de’ flauti ed altri stromenti, e fecero sentire un gratissimo concerto.