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provvigioni per simile trattamento, e verso sera andava a sedere in capo al ponte di Bagdad, dove appena vedea un forestiero, di qualunque stato o condizione fosse, gli si accostava civilmente, invitandolo a fargli l’onore di venir a cena ed alloggiare in casa sua per la prima notte del suo arrivo; e dopo averlo informato della condizione, impostasi alla propria cortesia, conducevalo a casa.

«Non era sontuoso il pasto del quale Abu Hassan regalava l’ospite, ma c’era di che contentarsi, e soprattutto il buon vino non mancava (1). Faceasi durare la tavola sino a notte inoltrata, ed invece d’intertenere l’ospite d’affari di stato, di famiglia o di negozio, come spesso accade, allettava per lo contrario di non parlare se non di cose indifferenti, piacevoli e ricreanti. Era per indole lepido e di buon umore, e su qualunque argomento si trattasse, sapeva condire il discorso con certi frizzi capaci d’ispirar allegria ne’ più melanconici.

«La mattina seguente, nell’accommiatar l’ospite: — In qualsiasi luogo possiate andare,» gli diceva Abu Hassan, «Dio vi preservi da ogni motivo di dispiacere! Quando ieri v’invitai a cena da me, v’informai della legge che mi sono imposta; laonde non vi dispiaccia se vi dico che non beremo più insieme, ed anzi che non ci vedremo mai più, nè in casa mia, nè altrove: ho le mie ragioni per agire così. Dio v’accompagni! —

«Abu Hassan era esaltissimo nell’osservanza di quella regola, e non guardava più gli stranieri ricevuti una volta in sua casa, nè più parlava secoloro. Quando li incontrava per via, o nelle piazze, od

  1. Benchè il Corano vieti il vino, molti musulmani, d’ogni condizione, non si fanno scrupolo di trasgredire questa legge formale del Profeta.