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correrlo efficacemente. Promise anche d’impegnarsi verso ciascuno, in particolare, a restituirgli le somme cui gli avessero prestato, appena fossero ristabiliti gli affari suoi, senza nondimeno far loro conoscere d’essersi in gran parte rovinato a loro riguardo, onde stimolarne viemaggiormente la generosità. Nè dimenticò di blandirli pure della speranza di ricominciare un giorno con essi la bella vita di prima.

«Nessuno de’ suoi compagni di bottiglia rimase commosso dai vivi colori, de’ quali l’afflitto Abu Hassan si servì per cercar di persuaderli. Ebbe anzi la mortificazione di sentirsi dire da taluni netto e schietto, che non lo conoscevano, nè ricordavansi d’averlo nemmeno mai veduto. Tornò pertanto a casa col cuore oppresso di dolore e d’indignazione. Ah, madre,» sclamò, rientrando nel di lei appartamento, «me l’avevate ben detto: invece d’amici non ho trovato che perfidi, ingrati, iniqui, indegni della mia amicizia! È finita: rinunzio alla loro, e vi prometto di non rivederli mai più. —

«Rimase fermo Abu Hassan nella risoluzione di mantenere la sua parola; e prese le opportune precauzioni per evitare le occasioni di mancarvi, giurò, onde non più cadere nel medesimo inconveniente, di non dar a mangiare in vita sua ad alcuno di Bagdad. Trasse poi fuori lo scrigno, nel quale metteva il denaro delle sue rendite, dal luogo ove tenevate in serbo, e lo mise al sito di quello che aveva votato, risoluto di non cavarne, per la spesa giornaliera, se non una somma regolata e bastante ad onestamente trattare una sola persona con lui a cena. Fece inoltre giuramento che quella persona non sarebbe di Bagdad, ma uno straniero, e che lo congederebbe alla mattina, dopo averlo ricoverato per una sola notte.

«Secondo tal proponimento, Abu Hassan davasi egli medesimo il pensiero di far ogni mattina le