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sul vascello, spiegò le vele, ripigliando la strada della montagna del Fuoco....»

Scheherazade cessò dal racconto per quella notte; ma proseguì la seguente, e disse al sultano dell’Indie:


NOTTE CCXXXV


— Sire, terminai ieri facendo notare a vostra maestà che Behram aveva ripreso la strada della montagna del Fuoco, lietissimo perchè i suoi marinai gli avessero ricondotto Assad. La regina Margiana, frattanto, trovavasi in grandi angustie; non s’inquietò alle prime quando si accorse che il principe era uscito, e siccome non dubitava che non dovesse presto tornare, l’aspettò con pazienza. Dopo qualche tempo, non vedendolo comparire, cominciò ad affannarsi. Comandò alle sue donne di andar a vedere dove fosse; lo cercarono queste, e non seppero recargliene alcuna notizia. Calò la notte, ed essa lo fece cercare coi lumi, ma pure indarno.

«Nell’impazienza e nell’agitazione in cui la regina si trovò allora, andò in persona a cercarlo al chiaror delle faci; ed avvedutasi che la porta del giardino era aperta, vi entrò, e lo percorse colle donne. Passando presso alla fontana, vide una pappuccia sull’erba della sponda, che fece raccogliere, e la riconobbe, al par delle sue donne, per una di quelle del principe. Questa circostanza, insieme all’acqua sparsa sulla sponda del bacino, le fece credere che Behram potesse averlo fatto rapire. Mandò dunque sul momento per sapere se colui fosse ancora in porto; e quand’ebbe udito che avea fatto vela un po’ prima della notte, ch’erasi fermato qualche tempo