Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/240


218

«In questa deplorabile condizione, giunsero le afflitte al primo villaggio. Si radunarono le paesane intorno ad esse; e siccome, ad onta del loro travestimento, scorgevasi facilmente ch’erano persone di qualche riguardo, fu loro chiesto cosa le astringesse a viaggiare così, sotto un abbigliamento che pareva non essere il loro naturale. Invece di rispondere all’interrogazione, si strussero in lagrime; lo che non servì se non ad accrescere la curiosità delle contadine, e ad ispirar loro viva compassione. La madre di Ganem raccontò quindi quanto avesse sofferto colla figliuola; le buone villane ne rimasero intenerite, e procurando di consolarle, le aiutarono anche per quanto permise loro la propria povertà. Le fecero spogliare delle camicie di crini di cavallo, che assai le incomodavano, per prenderne altre cui ad esse donarono, con un paio di scarpe, e di che coprire la testa per conservarsi i capelli.

«Da quel villaggio, dopo avere ben ringraziate le caritatevoli paesane, Forza de’ Cuori e sua madre inoltraronsi a picciole giornate alla volta di Aleppo. Solevano ritirarsi vicino alle moschee od in quelle, passandovi la notte sulle stuoie, quando n’era coperto il pavimento; altrimenti coricavansi sul nudo terreno, oppure andavano ad alloggiare ne’ luoghi pubblici destinati a servir di ricovero ai viaggiatori. Quanto al cibo, non ne mancavano, incontrando di frequente que’ luoghi dove si distribuiscono gratuitamente ai viaggiatori, che ne domandano, pane, riso cotto ed altre vivande.

«Finalmente giunsero ad Aleppo, ma non vollero fermarvisi, e proseguendo il cammino verso l’Eufrate, passarono quel fiume, ed entrato nella Mesopotamia, l’attraversarono fino a Mussul, di là, per quanti stenti avessero già sofferti, recandosi poscia a Bagdad. Era quello il luogo ove tendevano i loro voti, nella