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decreto.» Pronunciò il re tali parole con accento dimostrante com’ei fosse in fatti pieno di dolore e di compassione. Sebbene il timore d’essere detronizzato gl’impedisse di seguire i moti della sua pietà, non lasciò di raddolcire in qualche modo il rigore degli ordini di Aaron-al-Raschid, facendo fare per la madre di Ganem e per Forza de’ Cuori due grosse camicie senza maniche, d’un grossolano tessuto di crini di cavallo.
«All’indomani, le due vittime della collera del califfo vennero spogliate degli abiti e coperte colle camicie di crini; si levarono loro anche le acconciature, cosicchè i capelli sparsi svolazzavano sugli omeri. Forza de’ Cuori li aveva del più bel biondo, e le cadevano fino ai piedi. In tale stato furono mostrate al popolo. Il giudice di polizia, seguito dalla sua gente, le accompagnava, e le fecero girare per tutta la città, precedute da un pubblico banditore, che tratto tratto gridava ad alta voce: Tale è il castigo di chi si è attirato l’indignazione del Commendatore de’ credenti.
«Mentre esse procedevano di tal guisa per le vie di Damasco, colle braccia ed i piedi ignudi, coperte di sì strano abbigliamento, e procurando di nascondere la loro confusione sotto le folte capigliature con cui coprivansi il volto, tutto il popolo struggevasi in lagrime.
«Le donne specialmente, guardando attraverso le gelosie quelle innocenti, ed impietosite particolarmente dalla gioventù e bellezza di Forza de’ Cuori, facevano risuonar l’aria di grida spaventevoli, a misura che passavano sotto le loro finestre. I fanciulli stessi, impauriti da quelle grida e dallo spettacolo che le cagionava, mescolavano i loro pianti alla desolazione generale, accrescendovi nuovo orrore. In fine, quando pure nella città di Damasco fossero penetrati