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sona una vittima al loro Fuoco, dichiaro ad essi fin da questo istante implacabil guerra.» Voleva ella estendersi viemaggiormente su tale proposito, ma servita in quella la cena, si pose a mensa col principe Assad, tutta lieta di vederlo ed udirlo, e già accesa per lui d’una passione, cui promettevasi di trovar in breve d’occasione di far apparire. — Principe,» gli disse, «è d’uopo ricompensarvi di tanti digiuni e tanti cattivi pasti che quegl’implacabili idolatri vi fecero fare: avete bisogno di cibo dopo tanti patimenti.» E con simili parole ed altre del medesimo tenore all’incirca, gli serviva da mangiare, e faceagli versar da bere a profusione. Durò a lungo la cena, ed Assad bevve un po’ più che non potesse portare.
«Levata la mensa, il principe ebbe bisogno di uscire e fecelo in modo che la regina non se ne avvide. Discese nel cortile, e trovata aperta la porta del giardino, vi entrò, ed allettato dalle bellezze ond’era svariato, si mise a passeggiarvi per qualche tempo. Andò infine sino ad uno zampillo d’acqua che ne faceva il più bell’ornamento; vi si lavò le mani ed il viso per rinfrescarsi, e volendo riposare sull’erba ond’era circondato, vi s’addormentò.
«Avvicinavasi allora la notte, e Behram, il quale non voleva dar tempo alla regina Margiana di eseguire la sua minaccia, aveva già levata l’ancora, assai dolente della perdita di Assad, e d’essere frustrato della speranza di farne un sagrificio. Cercava nondimeno di consolarsene, perchè la tempesta era cessata, ed un venticello di terra lo favoriva per allontanarsi. Uscito dal porto, coll’aiuto della sua scialuppa, prima di ritirarla nel bastimento: — Figliuoli,» disse ai marinai che vi stavano dentro, «aspettate, non risalite: vado a farvi dare i barili per attinger acqua, e vi attenderò bordeggiando.» I marinai, i quali non sapevano dove potessero trovarne,