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NOTTE CCLXIX
STORIA
DI GANEM, LO SCHIAVO D’AMORE,
FIGLIUOLO D’ABU AIBU.
— Sire,» disse Scheherazade al sultano dell’Indie, «eravi una volta a Damasco un mercatante, il quale, colla sua industria e le fatiche, aveva accumulato molti beni, co’ quali onoratamente viveva. Abu Aibu, tal n’era il nome, aveva un figliuolo ed una figliuola: il primo, chiamato Ganem, e soprannominato quindi lo Schiavo d’Amore, era ben fatto della persona, ed il suo spirito, per natura eccellente, era stato coltivato da’ buoni maestri che suo padre si prese la cura di dargli; e la figliuola fu detta Forza de’ Cuori (1), essendo di sì perfetta beltà, che tutti quelli i quali la vedevano, non potevano astenersi dall’amarla.
«Abu Aibu morì, lasciando immense ricchezze. Cento carichi di broccati e d’altre stoffe di seta, che trovaronsi ne’ suoi magazzini, ne formavano la minima parte. Erano i carichi già fatti, e su cadauna balla leggevasi in grossi caratteri: Per Bagdad.
«In quel tempo Mohammed, figlio di Solimano, soprannominato Zinebi, regnava nella città di Damasco, capitale della Siria; il suo parente Aaron-al-Raschid, che risiedeva a Bagdad, avevagli concesso quel regno a titolo di tributario.
- ↑ In arabo, Alcolomb.