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a lasciarlo, e fu d’uopo che la regina Farasse glielo strappasse a sua volta, e dopo di lei l’abbracciarono egualmente lo zio e le principesse sue parenti.

«Prima cura della regina Gulnara fu di far cercare il vecchio Abdallah, cui andava debitrice della salvezza del re di Persia, e quando comparve alla di lei presenza: — L’obbligazione che vi debbo,» gli disse, «è tanto grande, da non esservi cosa ch’io non sia pronta a fare per dimostrarvi la mia riconoscenza; fatemi voi medesimo conoscere in che lo possa, e ne rimarrete soddisfatto. — Grande regina,» rispos’egli, «se la dama che vi spedii vuol acconsentire alla fede di matrimonio che le offro, e se il re di Persia volesse tollerarmi alla sua corte, io consacrerò di buon cuore al suo servizio il resto de’ miei giorni.» Si volse subito Gulnara alla dama, che trovavasi presente, e siccome questa le fece conoscere con un pudico rossore di non aver ripugnanza per quel nodo, ella prese le loro mani, ed unitele, si diè quindi pensiero, insieme al figliuolo della loro fortuna.

«Tale matrimonio porse motivo al re di Persia di volgere la parola alla madre. — Signora,» le disse sorridendo, «sono contentissimo del matrimonio che avete testè conchiuso; ve ne resta però uno al quale dovreste pensare.» Non capì alla prima la regina Gulnara di qual matrimonio intendesse favellare; vi pensò un momento, e compresolo: — È del vostro dunque che volete parlare,» ripigliò essa; «vi acconsento assai volentieri.» Guardò poi i sudditi marini del re suo fratello ed i geni che trovavansi presenti, e: — Partite,» disse loro, «percorrete tutti i palazzi dell’oceano e della terra, e venite a darci notizia della principessa più bella e degna del re mio figliuolo che potrete trovare.

«— Signora,» ripigliò Beder, «è inutile affannarvi tanto. Non ignorate senza dubbio che ho dato