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strieri, l’uno per sè e l’altro pel palafreniere, e si recò, seguito da questo, fino alla casa del vecchio Abdallah, colla cavalla in mezzo.

«Abdallah, veduto da lungi il re Beder e la cavalla, non dubitò che quegli non avesse fatto quanto avevagli prescritto. — Maladetta maga,» disse tosto fra sè, pieno di gioia, «il cielo ti ha finalmente punita come meritavi.» Beder mise piede a terra arrivando, ed entrato nella bottega di Abdallah, lo abbracciò, ringraziandolo di tutti i servigi a lui resi, e raccontatogli in qual maniera fosse accaduta la faccenda, gli espose come non si avesse trovata briglia adatta alla bestia. Abdallah, che ne teneva una a tal uopo, la pose egli medesimo alla cavalla; e quando il giovane ebbe rimandato il palafreniere coi due destrieri: — Sire,» gli disse il vecchio, «or non è necessario fermarvi più oltre in questa città; montate sulla cavalla, e tornate al vostro regno. La sola cosa che vi raccomando è che nel caso doveste disfarvi dell’animale, vi guardiate bene dal consegnarlo colla briglia.» Beder gli promise di ricordarsene, e voltigli gli ultimi addii, partì.

«Appena il giovane re di Persia fu fuori della città, non capiva in sè medesimo della gioia d’essersi liberato da sì grave pericolo, ed avere a propria disposizione la maga origine di tutti i di lui timori. Tre giorni dopo la sua partenza giunse ad una grande città, e mentre entrava nel sobborgo, fu incontrato da un vecchio di qualche considerazione, che andava a piedi ad una sua casa di delizie. — Signore,» gli disse il vecchio fermandosi, «potrei domandarvi da qual parte venite?» Beder si fermò subito per appagarlo, e mentre il vecchio faceagli varie interrogazioni, sopraggiunse una vecchia la quale, fermatasi anch’essa, e guardando la cavalla, si mise a piangere dirottamente.