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e siccome vide d’aver fallito il colpo, gli disse: — Non è nulla, caro Beder, rimettetevi; non ho voluto farvi alcun male: lo feci sol per vedere cosa ne direste. Potete accertarvi che sarei la più miserabile ed infame di tutte le donne se commettessi un’azione così nera, non dico soltanto dopo i giuramenti da me fatti, ma ben anche dopo i segni d’amore che vi diedi.

«— Potente regina,» rispose Beder, «per quanto io sia persuaso che vostra maestà non l’abbia fatto se non per divertirsi, non ho tuttavia potuto trattenermi dalla sorpresa. Com’è mai possibile non provare almeno qualche emozione a parole capaci di operare un cangiamento sì strano? Ma lasciamo, o signora, questi discorsi, e poichè io ho mangiato della vostra, fatemi la grazia di gustare della mia focaccia. —

«La regina Laba, non potendo meglio giustificarsi che dando al re di Persia tale prova di fiducia, ruppe un pezzo della focaccia, e lo mangiò; ma appena l’ebbe inghiottito, apparve tutta turbata, e rimase come immobile; allora Beder, attinta acqua senza perder tempo dalla medesima vasca, e gettatagliela in faccia:

«— Abbominevole maga,» gridò, «esci da questa figura, e cambiati in cavalla. —

«Nello stesso momento Laba si trovò trasformata in una bellissima cavalla, e la sua afflizione fu tale al vedersi in quello stato, che sparse copiosissime lagrime. Abbassò la testa fino ai piè del principe come per eccitarlo a pietà; ma quand’anche avesso voluto lasciarsi commovere, non istava più in suo potere di riparare al male che aveva fatto. Condusse la cavalla alle scuderie del palazzo, dove la consegnò nelle mani d’un palafreniere per imbrigliarla; ma di quanti freni il servo volle provarle, neppur uno si trovò adatto. Beder fece pertanto sellare due de-