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prendendola, «e ne gusterò con piacere per amor vostro e di vostro zio, mio buon amico; ma prima voglio che, per amor mio, voi ne mangiate di questa da me fatta nel tempo di vostra assenza. — Bella regina,» le disse il giovane, ricevendola con rispetto, «mani come quelle di vostra maestà nulla possono fare se non di squisito, ed ella mi usa un favore del quale non saprei abbastanza attestarle la mia riconoscenza. —

«Beder sostituì destramente alla focaccia della regina l’altra che il vecchio Abdallah avevagli data, e ne ruppe un pezzo cui si pose in bocca. — Ah, regina!» sclamò mangiandolo; «non ho gustato mai nulla di più squisito!» Siccome stavano presso ad una fontana, la maga, vedendo ch’egli aveva inghiottito il boccone, e stava per mangiarne un altro, prese dal bacino un po’ d’acqua nel cavo della mano, e gettatagliela in volto:

«— Sciagurato,» gli disse, «lascia questa figura d’uomo, e prendi quella d’un brutto cavallo guercio e zoppo.»

A questo passo del suo racconto, tanto interessante per la sorte del principe Beder, la sultana fu costretta ad interrompersi; ma ripigliollo l’indomani con grande soddisfazione della sorella e del sultano dell’Indie.


NOTTE CCLXV


— Sire, nessun effetto fecero quelle parole, e la maga rimase estremamente sorpresa vedendo il principe nel medesimo stato, e dare soltanto segni di grande spavento. Le ne salì il rossore alla fronte,