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potevate far meglio di ricorrere a me. Siccome colei non serba i suoi amanti più di quaranta giorni, ed invece di rimandarli onestamente, ne fa altrettanti animali, de’ quali popola le sue foreste, i parchi e le campagne, presi fin da ieri le opportune misure per impedire che non vi usi il medesimo trattamento. È troppo tempo che la terra sopporta quel mostro: bisogna che sia trattata anch’essa come merita.»


NOTTE CCLXIV


— Terminando queste parole, Abdallah mise in mano a Beder due focacce, e gli disse di conservarle per farne l’uso che stava per udire. — Mi avete detto,» continuò egli, «che la maga ha fatto questa notte una focaccia: è per farvene mangiare, non ne dubito, ma guardatevi bene dall’assaggiarne. Non lasciate però di prenderne quando essa ve ne presenterà; ma invece di metterla in bocca, fate in modo di mangiare invece una delle due che v’ho dato, senza ch’essa se ne avvegga. Subito ch’ella avrà creduto che abbiate mangiato della sua torta, non mancherà d’intraprendere di trasformarvi in qualche animale: non vi riuscirà, ed allora volgerà la cosa in celia, come l’avesse fatto se non per ridere, e mettervi un po’ di paura, mentre in fatti ne avrà un dispetto mortale nell’anima, e s’immaginerà di aver tralasciata qualche cosa nella composizione del suo pasticcio infernale. Quanto all’altra mia focaccia, ne farete a lei presente, e la solleciterete a gustarne. Ne mangerà, non foss’altro, per farvi vedere che non diffida di voi, dopo il motivo datovi di diffidare di lei.