Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
158 |
soggiunse; «non mi avete finora veduta se non col volto coperto; ma trovando vostro nipote degno della mia amicizia, voglio farvi vedere che non sono indegna della sua.» Sì dicendo, lasciò scorgere a Beder, ch’erasi avvicinato con Abdallah, una bellezza impareggiabile: ma il giovane ne fu pochissimo scosso. — In fatti, non basta esser bella,» disse fra sè; «bisogna che le azioni siano tanto regolari, quant’è compita la beltà.»
NOTTE CCLXII
— Mentre Beder faceva tali riflessioni cogli occhi fitti sulla regina Laba, il vecchio Abdallah si volse al giovane, e presolo per mano, lo presentò a lei. — Eccolo, o madama,» le disse; «supplico ancora una volta vostra maestà a ricordarsi ch’egli è mio nipote, e permettere che venga qualche volta a trovarmi.» La regina glielo promise, e per manifestargli la sua gratitudine, gli fece dare un sacchetto di mille pezze d’oro che aveva recate. Ricusò egli alla prima di riceverlo: ma la donna volle assolutamente che lo accettasse, e non gli fu possibile dispensarsene. Aveva ella fatto condurre un cavallo pel re di Persia, riccamente bardato come il proprio, che gli venne presentato, e mentre metteva il piede nelle staffe: — Dimenticava,» disse la regina ad Abdallah, «di domandarvi il nome di vostro nipote.» Rispostole che chiamavasi Beder (Luna Piena): — Hanno sbagliato,» ripigliò ella; «doveano piuttosto chiamarlo Schems (1). —
- ↑ Sole.