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parte che prendete a’ miei interessi, e ve ne ringrazio di tutto cuore. Mi guarderò bene dal pensar neppure che la regina voglia farmi il menomo dispiacere dopo tutte le bontà che non cessa d’avere per me. Nel caso ch’ella ne sappia qualche cosa e me ne parli, spero che non penserà menomamente a lui, appena le avrò detto ch’è mio nipote. —
«Era il vecchio tanto lieto all’udire le lodi che si davano al giovane re di Persia, che vi prendeva parte come se stato fosse suo proprio figliuolo, e concepì per lui un’amicizia, la quale vie più s’accrebbe mano mano che il soggiorno del giovane in casa sua gli diede campo di meglio conoscerlo. Era circa un mese che vivevano insieme, allorchè, stando un giorno Beder seduto, secondo il solito, all’ingresso della bottega, la regina Laba (così chiamavasi quella maga) venne a passare davanti alla casa del vecchio con gran pompa. Non ebbe appena il principe vedute le prime guardie che, marciavano a lei davanti, che, alzatosi, entrò nella bottega, e chiese all’ospite cosa ciò significasse. — È la regina che sta per passare,» rispose il vecchio, «ma restate, e non temete di nulla. —
«Le guardie della regina Laba, vestite d’abito uniforme, color di porpora, montate ed equipaggiate sfarzosamente, passarono in quattro file, colla sciabola sguainata, in numero di mille; e non v’ebbe un officiale che, passando davanti alla bottega del vecchio, non lo salutasse. Furono seguiti da egual numero di eunuchi, vestiti di broccato e meglio montati, i cui officiali gli fecero il medesimo onore. Dopo venivano a piedi, ed a passo grave, altrettante giovani damigelle, quasi tutte egualmente leggiadre, vestite con lusso, ed adorne di pietre preziose, colla mezza picca in mano; e la regina Laba compariva poi in mezzo a queste sopra un destriero tutto fulgido di