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l’officiale se l’avesse veduto mangiare. — Sire.» rispose colui, «vostra maestà può vedere che il vaso del suo cibo è ancora pieno, e non ho osservato che egli ne abbia preso.» II re disse che bisognava dargliene di più sorta, affinchè scegliesse quello che gli conveniva.
«Siccome la tavola era già preparata, si servì nel mentre il re prescriveva quell’ordine, e quando si ebbero deposti i piatti, l’uccello spiegò le ali, fuggì dalle mani del re, volò sulla tavola, e quivi si pose a beccare il pane e le vivande, or in un piatto ed ora nell’altro. Il re ne rimase sorpreso, in modo che mandò l’ufficiale degli eunuchi ad avvertire la regina di venir a vedere quella maraviglia; questa, saputa la cosa in brevi parole, accorse subito, ma appena ebbe veduto l’uccello, si coprì il volto col velo, e volle andarsene. Il re, maravigliata a quell’atto, tanto più che non v’erano se non eunuchi nella stanza, ed alcune donne che l’avevano seguita, le domandò il motivo di tal procedere:
«— Sire,» rispose la regina, «vostra maestà non vorrà stupirsene, quando saprà che quella bestiuola non è un uccello com’ella s’immagina, ma bensì un uomo. — Signora,» ripigliò il re, più sorpreso di prima, «voi vi burlate senz’altro di me; non mi persuaderete mai che un uccello sia un uomo. — Sire, Dio mi guardi dal prendermi giuoco di vostra maestà. Non v’ha cosa più vera di quanto ho l’onore di asserirle, e l’assicuro quello essere il re di Persia, chiamato Beder, figlio della celebre Gulnara, principessa d’uno de’ più grandi regni del mare, nipote di Saleh, sovrano di codesto regno, e nipote della regina Farasse, madre di Gulnara e di Saleh: è la principessa Giauara, figlia del re di Samandal, che l’ha così trasformato.» Acciò il re non potesse più dubitarne, gli raccontò come e perchè Giauara si fosse