Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
126 |
«— Come, fratello!» rispose la regina Gulnara; «la principessa Giauara non è ancor maritata? Mi ricordo d’averla veduta poco tempo prima che mi separassi da voi; essa aveva circa diciotto mesi, e fin d’allora era d’una bellezza sorprendente. Dev’essere oggi la maraviglia del mondo, se la sua beltà è da quel tempo sempre cresciuta. La poca età che essa ha più del re mio figliuolo, non deve distoglierci dal fare tutti i possibili sforzi onde procurargli un partito sì vantaggioso. Si tratta solo di sapere le difficoltà che vi trovate, e superarle.
«— Sorella,» replicò Saleh, «il re di Samandal è d’una vanità tanto insopportabile, che ritiensi superiore d’assai a tutti gli altri monarchi, e vi è poca apparenza di poter entrare in trattative con lui per questa parentela. Andrò nondimeno io medesimo a fargli la domanda della principessa sua figliuola; e se ce la niega, ci volgeremo altrove, dove saremo ascoltati più favorevolmente. Per questa ragione, come ben vedete,» soggiunse, «è meglio che mio nipote non sappia nulla del nostro disegno, finchè non siamo certi del consenso del re di Samandal, per tema che l’amore della principessa Giauara non s’impossessi del di lui cuore, e che noi non possiamo riuscire ad ottenergliela.» Conversarono ancora qualche tempo sul medesimo argomento, e prima di separarsi, convennero che Saleh tornerebbe immediatamente nel suo regno, per chiedere la mano della principessa Giauara al re di Samandal pel re di Persia.
«Gulnara e Saleh, i quali credevano che Beder veramente dormisse, lo svegliarono quando fu tempo di ritirarsi; il giovane riuscì a maraviglia nel fingere di svegliarsi come se avesse dormito di profondo sonno. Vero era però che non aveva perduta sillaba del loro discorso, e che il ritratto da essi fatto della principessa Giauara avevagli infiam-