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pur io, e sono ben contenta che abbiate pensato a parlarmene. E poichè approvo moltissimo l’idea di dargli una delle nostre principesse, vi prego di trovarmene qualcuna, ma bella e compita tanto, che il re mio figliuolo sia costretto ad amarla.
«— Ne conosco una,» ripigliò Saleh, parlando sottovoce; «ma prima di palesarvi chi sia, vi prego osservare se il re mio nipote dorme; vi dirò perchè convenga prendere questa precauzione.» Gulnara si volse, e vedendo Beder nella situazione, in cui si trovava, non dubitò che non dormisse profondamente. Il giovane frattanto, lungi dal dormire, raddoppiò l’attenzione per non perder sillaba di quanto lo zio doveva dire con tal segretezza. — Non v’ha bisogno di tanti riguardi,» disse la regina al fratello, «e voi potete parlare liberamente senza timore di essere inteso.»
Schahriar avrebbe ben voluto sapere ciò che il re Saleh disse alla sorella; ma l’apparir dell’aurora lo costrinse a differire tal desiderio alla notte seguente.
NOTTE CCLVI
— «Non conviene,» riprese Saleh, «che mio nipote abbia sì presto cognizione di ciò che sono per dirvi. L’amore, come sapete, prendesi talvolta per le orecchie, e non è necessario ch’egli ami in tal guisa quella che sono per nominarvi. In fatti, preveggo molto difficoltà da vincere, non già dal lato della principessa, come spero, ma bensì da parte del re suo padre. Non ho che a nominarvi la principessa Giauara (1) ed il re di Samandal.
- ↑ Giauara, in arabo, significa pietra preziosa.