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subacquei colla regina sua madre e le principesse, quand’ebbe veduto il nipote riprendere le redini del governo, tornò solo in capo ad un anno, rallegrando così della sua vista il re Beder medesimo e la regina Gulnara.

«Una sera, al finir della cena, levate le mense e rimasti soli, mentre discorrevano di varie cose, insensibilmente il re Saleh venne alle lodi del nipote, ed attestò alla sorella quanto fosse contento della saviezza, colla quale questi governava, che acquistata gli aveva tanta riputazione, non solo presso i suoi vicini, ma ne’ regni più lontani eziandio. Il re Beder, che non poteva udir parlare tanto vantaggiosamente della sua persona, e neppur voleva, per creanza, impor silenzio allo zio, si volse dall’altro lato, e finse di dormire, appoggiando la testa ad un cuscino che gli stava di dietro.

«Dalle lodi che non risguardavano se non la condotta maravigliosa e lo spirito superiore in tutte le cose del re Beder, Saleh passò a quelle del corpo, e ne parlò come d’un prodigio, che non aveva nulla di simile sulla terra, nè in tutti i regni sottomarini ch’erangli noti. — Sorella,» sclamò egli d’improvviso, «qual egli è fatto, e tale che lo vedete anche voi medesima, mi sorprende che non abbiate ancor pensato ad ammogliarlo. Se non m’inganno però, ha già venti anni, ed a questa età un principe suo pari non deve rimanere scapolo. Ci voglio pensare io stesso, giacchè non ci pensate voi, e dargli in isposa una principessa de’ nostri regni che sia degna di lui.

«— Fratello,» rispose la regina Gulnara, «mi fate ricordare d’una cosa, della quale vi confesso di non aver avuto fin ad oggi alcun pensiero. Siccome egli non ha ancora dimostrato di avere veruna tendenza pel matrimonio, non ci aveva badato nep-