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«Il primo anno del suo governo, il re Beder disimpegno tutte le funzioni reali con grande assiduità, prendendo, sopra ogni altra cosa, molta cura d’istruirsi dello stato degli affari e di tutto ciò che contribuir poteva alla felicità de’ sudditi. L’anno seguente, lasciata al consiglio l’amministrazione delle cose, sotto il beneplacito dell’antico re suo padre, uscì dalla capitale sotto pretesto di divertirsi alla caccia; ma in sostanza onde percorrere tutte le province del regno all’oggetto di correggere gli abusi, di stabilire dovunque il buon ordine e la disciplina, e togliere ai principi suoi malintenzionati vicini la voglia di nulla intraprendere contro la sicurezza e la prosperità de’ propri stati, mostrandosi sui confini.

«Non ci volle meno di tutto un anno al giovane re per eseguire un piano sì degno di lui. E non era scorso molto tempo dal suo ritorno, quando il padre cadde pericolosamente ammalato, e subito conobbe da sè medesimo di non riaversene mai più. Aspettò con tranquillità l’ultimo momento della vita, e l’unica sua cura fu di raccomandare ai ministri ed ai signori della corte il figliuolo, pregandoli di proseguire nella fedeltà a lui già giurata; e non vi fu uno solo che non rinnovasse quel giuramento colla buona volontà della prima volta. Morì finalmente, con dolore sensibilissimo del re Beder e della consorte, che ne fecero seppellire la salma in un superbo mausoleo, con una pompa proporzionata alla sua dignità.

«Terminati i funerali, il re Beder non durò fatica ad osservare il costume di Persia, di piangere i morti un intiero mese, e non veder alcuno in tutto quel tempo; anzi avrebbe pianto il genitore per tutta la vita, se avesse ascoltato l’eccesso della propria afflizione, e se fosse stato lecito ad un gran re di abbandonarvisi intieramente. In quel frattempo, la