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diede loro ancor di più a misura che progrediva nell’età, sia per la sua perpetua giovialità e le piacevoli maniere in tutto ciò che faceva, sia pei segni d’assennatezza e vivacità di spirito in ogni suo detto; e tale soddisfazione era loro tanto più sensibile, in quanto che il re Saleh suo zio, la regina sua avola e le sue cugine venivano spesso a prenderne parte. Non si ebbe molto stento ad insegnargli a leggere e scrivere, ed imparò pure colla medesima facilità tutte le scienze che convenivano ad un principe del suo grado.»

A questo passo, Scheherazade avvisò il sultano che cominciava ad albeggiare; Schahriar, curioso di udire il seguito di quella storia, permise alla sultana di continuarla la notte seguente.


NOTTE CCLV


— Sire, quando il principe di Persia fu all’età di quindici anni, disimpegnava di già tutti i suoi esercizi con molta maggior destrezza e grazia de’ maestri. Aveva inoltre una saviezza ed una prudenza veramente mirabili. Suo padre, che aveva conosciuto in lui, quasi fin dalla nascita, codeste virtù tanto necessarie ad un monarca; che avevalo veduto rinvigorirvisi fin allora, e d’altronde accorgevasi ogni giorno più degli acciacchi della vecchiaia, non volle attendere che la sua morte gli permettesse di salire al trono. Nè durò fatica a far aderire il suo consiglio alle proprie brame; ed i popoli udirono con tanto maggior giubilo la sua risoluzione, in quanto che conoscevano il principe Beder degno di comandarli. In fatti, essendo molto tempo che compa-