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d’un monarca potente come voi siete: ecco perchè venimmo colle mani vuote. Siccome non possiamo attestare abbastanza la nostra riconoscenza a vostra maestà, la supplichiamo ad aggradire questo debole contrassegno in considerazione dei segnalati favori che si è compiaciuto di farle, ed a’ quali non prendiamo minor parte di lei medesima. —

«Non si può esprimere la sorpresa del re di Persia alla vista di tante ricchezze racchiuse in sì piccolo spazio. — Come! principe,» sclamò egli, «voi chiamate debol pegno della vostra riconoscenza, quando nulla mi dovete, un dono d’inestimabile valore? Vi dichiaro una volta ancora che di nulla mi siete tenuti, nè la regina vostra madre, nè voi. Mi stimo troppo felice del consenso che avete dato alla parentela secovoi contratta. Signora,» disse quindi, volgendosi a Gulnara, «il re vostro fratello mi confonde in modo che non so rinvenirne, e lo supplicherei volontieri di accontentarsi ch’io ricusassi il suo presente, se non temessi d’offenderlo; pregatelo dunque che mi dispensi dall’accettarlo.

«— Sire,» ripigliò Saleh, «non mi sorprende che vostra maestà trovi straordinario questo presente: so che sulla terra non si è avvezzi a vedere pietre di questa qualità ed in tanto numero insieme. Ma se ella sapesse ch’io conosco dove sono le miniere d’onde si traggono, e che sta a mia disposizione di formarne un tesoro più ricco di tutti i tesori de’ re della terra, si maraviglierebbe come noi abbiamo avuto l’ardire di farle un dono di sì poca entità. Vi supplichiamo pertanto a non risguardarlo da codesto lato, ma da quello dell’amicizia sincera che ci obbliga ad offrirvelo, e non darci la mortificazione di ricusarlo.» Maniere sì civili costrinsero il re di Persia ad accettarlo, ed a farne grandi ringraziamenti a lui non meno che alla regina sua madre.