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regina sua madre, il re Saleh suo fratello e le principesse loro parenti conversavano insieme nella camera dell’augusta puerpera, entrò la nutrice col principino Beder in braccio; il re Saleh si levò subito dal suo posto, corse al bambino, e presolo dalle braccia della nutrice, si mise a baciarlo ed accarezzarlo con grandi dimostrazioni di tenerezza. Fece quindi parecchi giri per la stanza scherzando, tenendolo sollevato in aria colle mani, e d’improvviso, nel trasporto della sua allegria, si slanciò da una finestra aperta, e s’immerse col principe nell’onde.
«Il re di Persia, che non si attendeva a tale spettacolo, mandò spaventevoli grida nella tema di non più vedere il suo caro figliuoletto, od almeno di non rivederlo se non annegato; e poco mancò non esalasse l’anima in mezzo alla sua afflizione, al dolore e ad infiniti pianti. — Sire,» gli disse allora la regina Gulnara con volto ed accento atti a rassicurarlo, «vostra maestà non tema di nulla. Il principino è tanto mio quanto vostro figlio, e non l’amo meno che voi l’amiate: eppure vedete ch’io non me ne dimostro inquieta, nè debbo esserlo per alcun riguardo. In fatti, egli non corre verun pericolo, e vedrete in breve ricomparire il re suo zio, riportandolo sano e salvo. Benchè sia nato del vostro sangue, appartiene però anche al mio, e non lascia d’avere il medesimo nostro privilegio, di poter vivere, cioè, egualmente nel mare e sulla terra. La regina madre e le altre di lei parenti gli confermarono la medesima cosa; ma i loro discorsi non fecero molto effetto sul re per guarirlo dal suo spavento, nè gli fu possibile rimettersene per tutto il tempo che il principe Beder non comparve a’ suoi occhi.
«Finalmente il mare intorbidossi, e tosto si vide sorgerne il re Saleh col principino fra le braccia, il quale, sostenendosi per aria, rientrò dalla finestra