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tutti i vostri parenti, per la generosità colla quale acconsentite a ricevermi in una parentela per me tanto gloriosa.» Ciò detto, li invitò a mettersi a tavola, e vi sedè anch’egli colla regina Gulnara. Finito il pasto, s’intertenne il re di Persia seco loro fino a notte inoltrata, e quando fu tempo di ritirarsi, li condusse in persona ciascheduno in un apposito appartamento da lui fatto preparare.
«Il re di Persia trattò quindi i suoi ospiti con continue feste, nelle quali nulla dimenticò di quanto potesse far apparire la sua grandezza e magnificenza, ed insensibilmente li indusse così a rimanere alla corte fino al parto della regina. Appena ne sentì questa gli annunzi, diede il re ordine perchè nulla mancasse di tutte le cose, onde potesse aver bisogno in tale congiuntura. Finalmente Gulnara sgravossi, dando alla luce un maschio, con grandissima gioia della regina sua madre, che lo raccolse, ed andò a presentare il bambino al re appena fu nelle prime fasce, ch’erano magnifiche.
«Ricevette il re di Persia quel presente con un giubilo più facile ad immaginare che ad esprimere, e siccome il volto del principino suo figliuolo era pienotto e splendente di bellezza, non credè potergli imporre nome più conveniente di quello di Beder (1). In rendimento di grazie al cielo, distribuì molte elemosine ai poveri, fece uscire i carcerati dalle prigioni, diede la libertà a tutti i suoi schiavi d’ambo i sessi, donò grosse somme ai ministri ed ai divoti della sua religione, e grandi largizioni pure concesse alla corte ed al popolo, ordinando pubbliche feste di più giorni per tutta la città.
«Quando poi la regina Gulnara fu in grado d’alzarsi, un giorno che il re di Persia, la di lui consorte, la
- ↑ In arabo, Luna piena.