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potenti re dell’onde, e morendo lasciò il suo regno a mio fratello chiamato Saleh (1), ed alla regina mia madre. Anche questa è principessa, figlia d’un altro potentissimo re del mare. Vivevamo tranquillamente nel nostro regno ed in profonda pace, quando un nemico, invido della nostra felicità, entrò con poderoso esercito nei nostri stati, penetrò fino alla capitale, e se ne impadronì, non dandoci se non il tempo necessario di salvarci in un luogo impenetrabile ed inaccessibile con alcuni officiali fedeli che non ci abbandonarono.

«In quell’asilo non trascurò mio fratello di pensare a’ mezzi di scacciare l’ingiusto usurpatore dei nostri stati; ed in questo spazio di tempo, presami un giorno in disparte: — Sorella,» mi disse, «gli eventi delle menome intraprese sono sempre incertissimi; io posso soccombere in quella che medito per rientrare ne’ dominii nostri; e sarei meno dolente della mia disgrazia, che non di quella che vi potesse accadere. Onde prevenirla e preservarvene, sarebbe mio desiderio vedervi prima maritata; ma nella trista condizione de’ nostri affari, non penso che possiate darvi ad alcuno de’ principi nostri. Bramerei che, poteste risolvervi ad entrare nel mio sentimento, di sposarvi, cioè, ad un principe della terra, ed io sono pronto a dedicarvi tutte le mie cure. Colla bellezza che possedete, son certo che non ve ne sarà uno, per quanto potente sia, il quale non si chiami beato d’innalzarvi al suo soglio. —

«Questo discorso di Saleh m’eccitò a fierissima collera contro di lui. — Fratello,» gli dissi, «dal lato di mio padre e di mia madre io discendo, come voi, dai re e dalle regine del mare, senza veruna miscela coi principi della terra; non intendo dero-

  1. Saleh: questa voce araba significa buono.