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ma per dispensarsi dal somministrare in quel giorno i pesci domandati, addusse a pretesto la lunghezza della strada, e promise di recarli il giorno dopo.
«In fatti, partito il pescatore durante la notte e giunto allo stagno, vi gettò le reti, e ritirandole vi trovò quattro pesci, ciascuno d’un colore diverso come i primi. Se ne tornò quindi subito, e recatili al gran visir pel tempo stabilito, il ministro li prese, e li portò nuovamente in persona nella cucina, ove rinchiusosi solo colla cuoca, cominciò questa ad allestirli in sua presenza, e poi li mise sul fuoco, come fatto aveva coi quattro altri il giorno precedente. Cotti che furono da una parte, quando li ebbe voltati dall’altra, il muro della cucina si aprì di nuovo, e comparve la medesima dama colla sua bacchetta in mano, la quale, accostatasi alla casserola, battè uno dei pesci, gli volse le medesime parole, ed essi, alzando la testa, diedero tutti la stessa risposta.
«Ma, sire,» aggiunse Scheherazade interrompendosi, «ecco il giorno che spunta, e m’impedisce di continuare. Le cose che v’ho contato sono, a vero dire, singolarissime; ma se sarò in vita domani, altre ve ne dirò assai più degne della vostra attenzione.» Schahriar, stimando che la continuazione dovesse essere molto curiosa, risolse di udirla la notte seguente.
NOTTE XX
— Mia cara sorella,» sclamò Dinarzade secondo il suo solito, «ti prego di continuare e finire la bella novella del pescatore.» La sultana prese tosto la parola in questo tenore:
— Sire, risposto ch’ebbero i quattro pesci alla giovane dama, ella rovesciò ancora la casserola con un